venerdì 23 agosto 2013

Il governo del pied-à-terre


3075738-casa-di-carte-da-gioco-a-feltro-verde-con-copia-spazio-neroAnna Lombroso per il Simplicissimus

Da quando rendita e speculazione sono usciti dall’agenda dei contro per entrare in quella dei pro? E parlo dell’agenda dei “riformatori”, così da far rimpiangere Sullo e Bucalossi?
La casa e i profitti che ne derivano, soprattutto quelli delle varie aberrazioni del mercato immobiliare, abuso del suolo, bolle e derivati, scommesse  virtuali su guadagni futuri e illusori, cementificazione forsennata e migliaia di appartamenti vuoti, spesso non finiti, Imu o tax service un ibrido che combina tassa sugli immobili e quella sui rifiuti,  sono la partita nella quale giocano tutti dall’inossidabile Carlino al condannato, ambedue profeti della casa per tutti gli italiani. Il leader della destra è riuscito nell’impresa di far sognare alla nazione il suo sogno: il mattone  di proprietà, sul quale ha fondato molta parte delle sue fortune e che ha in comune anche con i diversamente avversari, impegnati in proposte di condoni, semplificazioni per aggirare vincoli e controlli, difesa del suolo per difendere gli speculatori, abusi legalizzati e legittimati.
Con il nuovo decreto del Fare, per esempio, si potranno realizzare case mobili, anche in aree vincolate, senza permesso di costruire e senza disposizioni limitative in ordine alle dimensioni e ai materiali,  anche nei siti più suggestivi, in mezzo al verde troppo poco tutelato,  e all’interno delle strutture ricettive all’aperto Paese, lì dove la speculazione edilizia, fino ad ora, aveva avuto più difficoltà ad entrare. Così da adesso i proprietari di campeggi potranno sostituire canadesi e camper con chalet in muratura, casette di marzapane e villette più o meno prefabbricate ma certamente perenni. Così si corona anche il sogno dei campeggiatori che potranno convertirsi in proprietari e condomini, dei gestori magicamente mutati in lottizzatori e albergatori. E, forse, dell’erario in attesa di un’Imu specifica  per immobili mobili.
Così il sindaco Marino intento alla pedonalizzazione dimentica di  operare un auspicabile ravvedimento sugli ultimi acrobatici interventi sul piano regolatore del suo predecessore,  a conferma che le grandi operazioni di cambiamento e rinnovamento per il Pd e gli assimilati non prevede l’interruzione o la cancellazione del vecchio, in modo che permanga pesantemente e ineluttabilmente.
 E in assenza di una guerra convenzionale, sostituita da una sistematica guerriglia, anche urbana, contro i cittadini, i molti, i  lavoratori, in favore dei ceti già privilegiati, dei pochi, dei padroni, la ricostruzione viene rimpiazzata dalle costruzioni, preferibilmente pesanti, giganti e inutili, per tentare nuovamente il gioco d’azzardo delle bolle immobiliari, della moltiplicazioni di vani vuoti, di palazzine incompiute, di  quartieri fantasma.
Se il Pdl  vuole togliere l’Imu per tutti, compresi i proprietari  di ville, stabili lussuosi  di grandi patrimoni immobiliari, e ne fa il banco di prova, se Letta ci sta talmente da farne lo strumento di ricatto per la sopravvivenza del suo governo, nessuno sembra battersi  perché, come avviene ovunque, sia proporzionata al valore, al reddito del proprietario, in modo che sia ridotta per i piccoli  e aumentata per tutti coloro che detengono la stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare italiano. Non solo il governo Letta non ha mai affermato che si preveda un provvedimento progressivo, ma nessuna voce si è levata  per equilibrare la bilancia dell’equità, anzi, il ministro Delrio  propone una astuta evoluzione dell’Imu in imposta sui marciapiedi e sui servizi urbani, che “coinvolga” – sic – anche gli affittuari, in virtù di un acrobatico egualitarismo che estende il numero delle vittime.
Per guarire le patologie del comparto immobiliare si usano le stesse cure  che hanno portato al fallimento, favorendo ancora di più la rendita e rompendo l’ultimo salvadanaio, la casa, delle famiglie italiane sempre più povere.  È paradossale così come era paradossale che  la  turbo-finanza si infrangesse sul  sogno piccolo borghese della casetta in proprietà, che i destini progressivi della finanziarizzazione  si infrangessero sui  mutui immobiliari, che il dinamismo del cittadino del mondo si riducesse allo stanco e sterile stress della cavia che corre avanti e indietro nella gabbia del fido, delle rate, delle penali. E il mattone che era l’unica base materiale a conferire  solidità alle transazioni immateriali della finanza, da   sogno diventa in nostro incubo.

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