Anna Lombroso per il Simplicissimus
Da quando rendita e speculazione sono
usciti dall’agenda dei contro per entrare in quella dei pro? E parlo
dell’agenda dei “riformatori”, così da far rimpiangere Sullo e
Bucalossi?
La casa e i profitti che ne derivano,
soprattutto quelli delle varie aberrazioni del mercato immobiliare,
abuso del suolo, bolle e derivati, scommesse virtuali su guadagni
futuri e illusori, cementificazione forsennata e migliaia di
appartamenti vuoti, spesso non finiti, Imu o tax service un ibrido che
combina tassa sugli immobili e quella sui rifiuti, sono la partita nella quale giocano tutti dall’inossidabile Carlino
al condannato, ambedue profeti della casa per tutti gli italiani. Il
leader della destra è riuscito nell’impresa di far sognare alla nazione
il suo sogno: il mattone di proprietà, sul quale ha fondato molta parte
delle sue fortune e che ha in comune anche con i diversamente
avversari, impegnati in proposte di condoni, semplificazioni per
aggirare vincoli e controlli, difesa del suolo per difendere gli
speculatori, abusi legalizzati e legittimati.
Con il nuovo decreto del Fare, per
esempio, si potranno realizzare case mobili, anche in aree vincolate,
senza permesso di costruire e senza disposizioni limitative in ordine
alle dimensioni e ai materiali, anche nei siti più suggestivi, in mezzo
al verde troppo poco tutelato, e all’interno delle strutture ricettive
all’aperto Paese, lì dove la speculazione edilizia, fino ad ora, aveva
avuto più difficoltà ad entrare. Così da adesso i proprietari di
campeggi potranno sostituire canadesi e camper con chalet in muratura,
casette di marzapane e villette più o meno prefabbricate ma certamente
perenni. Così si corona anche il sogno dei campeggiatori che potranno
convertirsi in proprietari e condomini, dei gestori magicamente mutati
in lottizzatori e albergatori. E, forse, dell’erario in attesa di un’Imu
specifica per immobili mobili.
Così il sindaco Marino intento alla
pedonalizzazione dimentica di operare un auspicabile ravvedimento sugli
ultimi acrobatici interventi sul piano regolatore del suo
predecessore, a conferma che le grandi operazioni di cambiamento e
rinnovamento per il Pd e gli assimilati non prevede l’interruzione o la
cancellazione del vecchio, in modo che permanga pesantemente e
ineluttabilmente.
E in assenza di una guerra
convenzionale, sostituita da una sistematica guerriglia, anche urbana,
contro i cittadini, i molti, i lavoratori, in favore dei ceti già
privilegiati, dei pochi, dei padroni, la ricostruzione viene rimpiazzata
dalle costruzioni, preferibilmente pesanti, giganti e inutili, per
tentare nuovamente il gioco d’azzardo delle bolle immobiliari, della
moltiplicazioni di vani vuoti, di palazzine incompiute, di quartieri
fantasma.
Se il Pdl vuole togliere l’Imu per
tutti, compresi i proprietari di ville, stabili lussuosi di grandi
patrimoni immobiliari, e ne fa il banco di prova, se Letta ci sta
talmente da farne lo strumento di ricatto per la sopravvivenza del suo
governo, nessuno sembra battersi perché, come avviene ovunque, sia
proporzionata al valore, al reddito del proprietario, in modo che sia
ridotta per i piccoli e aumentata per tutti coloro che detengono la
stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare italiano. Non solo il
governo Letta non ha mai affermato che si preveda un provvedimento
progressivo, ma nessuna voce si è levata per equilibrare la bilancia
dell’equità, anzi, il ministro Delrio propone una astuta evoluzione
dell’Imu in imposta sui marciapiedi e sui servizi urbani, che
“coinvolga” – sic – anche gli affittuari, in virtù di un acrobatico
egualitarismo che estende il numero delle vittime.
Per guarire le patologie del comparto
immobiliare si usano le stesse cure che hanno portato al fallimento,
favorendo ancora di più la rendita e rompendo l’ultimo salvadanaio, la
casa, delle famiglie italiane sempre più povere. È paradossale così
come era paradossale che la turbo-finanza si infrangesse sul sogno
piccolo borghese della casetta in proprietà, che i destini progressivi
della finanziarizzazione si infrangessero sui mutui immobiliari, che
il dinamismo del cittadino del mondo si riducesse allo stanco e sterile
stress della cavia che corre avanti e indietro nella gabbia del fido,
delle rate, delle penali. E il mattone che era l’unica base materiale a
conferire solidità alle transazioni immateriali della finanza, da
sogno diventa in nostro incubo.
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