Goldman Sachs comproprietaria della piu' grande compagnia usa per lo sfruttamento della prostituzione minorile
di Lucio Manisco
Gli affari sono affari e, con buona pace
de "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" di Max Weber,
quello della più antica professione del mondo, soprattutto se esercitata
con la coercizione dalle minorenni, è un affare eccellente.
Come poteva essere ignorato dalla più
grande banca di affari del mondo che malgrado le sue primarie
responsabilità nella crisi economica che sta sconvolgendo il pianeta
continua ad occupare i vertici governativi e i massimi istituti
internazionali dell'occidente? Non lo ha pertanto ignorato la Goldman
Sachs che dall'anno 2000 fino ad un mese fa ha acquistato e co-diretto
una compartecipazione del 16% nella più grande compagnia americana
specializzata con il suo Web Site nella promozione e nello sfruttamento
della prostituzione soprattutto di quella minorile. A sua insaputa?
Difficile sostenerlo come ha tentato di fare perché nel consiglio di
amministrazione della compagnia, la Village Voice Media, sedeva il
signor Scott L. Lebovitz, uno dei managing directors della Goldman,
almeno fino al 2010 quando la magistratura e il Congresso hanno varato
le prime indagini sulle lucrose attività della compagnia che negli USA
deteneva il 70% della promozione di questo obbrobrioso mercato.
All'inizio di due anni fa il Lebovitz si è dimesso, ma solo il 29 marzo
u.s. la Goldman Sachs si è disfatta di questa sua imbarazzante
compartecipazione.
E' stato il New York Times di domenica 1
aprile a rivelare risultati di un'inchiesta condotta sulla vicenda da
Nicholas D. Kristof, uno dei più autorevoli giornalisti e commentatori
economici del quotidiano. "La più grande piattaforma del traffico
sessuale di giovanette di età minore negli Stati Uniti sembra essere un
sito internet chiamato Backpage.com - scrive il Kristof - questo vero e
proprio emporio di ragazze e donne, minorenni o costrette a
prostituirsi, è a sua volta di proprietà di un'equivoca compagnia con il
nome di Village Voice Media. Fino a ieri non era chiaro chi fossero i
veri proprietari. Abbiamo risolto il mistero. E' emerso che i veri
proprietari includono enti finanziari, tra i quali figura la Goldman
Sachs con una quota del 16%.". Il giornalista riferisce dell'imbarazzo
della Goldman quando è stata interpellata in merito e del "ritmo
frenetico" con cui si è immediatamente disfatta della sua partecipazione
azionaria. "Non abbiamo avuto alcuna influenza sulla condotta di questa
compagnia" - è stato il commento di Andrea Raphael, portavoce della
Goldman: il che può anche voler dire che il gigante della finanza
americana e mondiale sapeva e non ha fatto nulla per cambiare o
modificare la natura delle transazioni sul traffico sessuale della
Village Voice Media.
A dir poco disdicevole pensare che Mario
Monti, principale consulente della Goldman Sachs per l'Europa, fosse a
conoscenza del suo sia pur marginale coinvolgimento nella prostituzione
minorile in terra d'America e negli altri continenti del pianeta.
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