Legalità senza giustizia: l’Imu e gli spiccioli del gioco d’azzardo
Ho ben chiaro, da sempre, che il principio di legalità scisso da quello di giustizia è principio che non significa nulla.
In questo lo Stato italiano è campione come sono, altrettanto campioni,
tutti coloro che si accodano “gracchiando” il rispetto della legalità
senza porsi minimamente il problema se un atto legale è anche giusto.
Scindere
questi due concetti rendendoli l’uno indipendente dall’altro fa
scivolare il livello, già di per se minimo, della decenza di questo
paese, ben sotto la soglia della sopravvivenza civile .
Eppure la politica italiana è riuscita, in questi giorni, a
rappresentare con il decreto Imu un duplice salto mortale nella
direzione di rendere legale una decisione profondamente iniqua ed ingiusta.
Il
primo dato evidente anche ad un cretino è che l’esenzione dal l’Imu
sulla prima casa indifferentemente dal fatto che la casa sia di pregio o
un monolocale di periferia si ritorce, fatalmente, contro chi è proprietario del monolocale ed avvantaggia chi ha una casa pregiata ed altolocata.
Non
voglio farla lunga ma solo ricordare che l’iniziale contestazione era
stata ridotta dopo riconteggi vari al pagamento della somma di circa 2 miliardi e mezzo di euro.
I concessionari, non contenti, avevano fatto ricorso e il governo ha
pensato bene, nel decreto di cui sopra, di chiudere la partita facendo
pagare loro solo il 30 per cento della somma già rivisitata: in pratica
una cifre oscillante tra i 600 e gli 800 milioni. Come si diceva prima, a parziale copertura del mancato gettito dell’Imu, immagino io, delle case di “ lor signori “.
Quando
si sbandiera il principio di legalità come principio fondante di una
democrazia ci si aspetti che la legalità sia fatta propria dalle bande
che dominano questo nostro paese in esclusivo nome di interessi
particolari.
Vince il più forte, anche in democrazia quando il
principio (questo sì sostanziale) di giustizia sociale viene
progressivamente abbandonato e relegato a mera ipotesi accademica la cui
applicazione pratica non interessa più nessuno.
Viene
subito da dire: questo no! Questo non è possibile! Sto parlando del
decreto sull’Imu presentato ieri sera da Letta, Alfano e Saccomanni.
Vedremo nei prossimi giorni tutti i miracoli presenti nelle pieghe del
decreto e tutti gli imbrogli. Di certo, il primo miracolo è che il
decreto ha regato un po’ di vita al Governo, e non è detto, sia chiaro,
che sia un male. Anzi. Ma sull’altare della stabilità necessaria non si può sacrificare tutto, persino la decenza.
Mi riferisco al fatto che tra le voci a copertura dell’abolizione della
prima rata Imu ci siano 700 milioni (esattamente, dice il Tesoro, una
cifra tra “i 600 e gli 800 milioni di euro”) per una sanatoria prevista ai concessionari delle slot machine. Vediamo nel dettaglio.La vicenda della multa ai conessionari delle slot machine risale al maggio
2007, quando la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti fece
recapitare le richiste di risarcimento per danno erariale chidendo un
rimborso di 98 miliardi di euro. Un’indagine della Guardia di
Finanza aveva appurato il mancato collegamento di numerosissime slot
alla rete gestita da Sogei (società di Information and Communication
Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze che tiene traccia
delle giocate) in un periodo di tempo che andava dal settembre 2004 al
gennaio 2007.
Il procedimento dinanzi alla Corte dei Conti arrivò poi a sentenza (17 febbraio del
2012) con una condanna a dieci concessionari al pagamento di 2,5
miliardi, cioè l’80% dell’aggio per il “servizio” (sic) prestato dai
concessionari per il periodo 2004-2007. Una sentenza che può
sembrare scandalosa solo a chi non sa che nel frattempo tra
concessionari e Monopoli (ente dello Stato) si era sottoscritto un
accordo per il riconteggio della multa che riduceva la stessa dai 98
miliardi a 70milioni!
Naturalmente contro la sentenza della Corte dei Conti i concessionari
hanno proposto appello che sarà discusso presumibilmente entro il 2014.
Da qui l’ideona del Governo Letta che in base a una norma della
Finanziaria 2006, propone ai concessionari di chiudere il contenzioso
versando il 30% dell’importo della multa (circa 740 milioni). Insomma
far cassa subito rinunciando ad almeno il 70% del dovuto.
Tra i conessionari, che non è detto che aderiscano alla proposta, Bplus, la società di Francesco Corallo, indagato,
che invece degli 845 milioni previssti dalla condanna dovrebbe così
allo Stato una cifra intorno ai 200 milioni. Sanzioni ridotte anche per
gli altri operatori, tra cui Gogetch (da 255 milioni a 76 mln), Sisal slot (da 245 a 70), Snai (sconto di 50 mln), Lottomatica (sconto di 30), ect.
Resta da aggiungere che proprio ieri, Massimo Passamonti Presidente
Confindustria Sistema Gioco Italia, ha alzato la voce contro le ipotesi
di innalzare il Preu (Prelievo erariali unico) su New Slot e Video
lottery (aliquota attuale del 12,7%) e per le Vlt. aliquota attuale, e
scandalosa, del 5%.
Ecco, fare probabile cassa, sulla pelle degli italiani e
calpestando ogni idea di legittimitò (non legalità) delle norme di uno
Stato non si fa, non si può fare.
La legalità (la proposta del Governo Letta è legale perchè
usa una norma dello Stato e di una vecchia Finanziaria) quando non si
declina con la giustizia è solo l’accordo tra una banda di ladri più
forte e istituzionalizzata di altre.
Ecco tutto
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http://blog.vita.it/lapuntina/2013/08/29/i-miracoli-dellimu-maxisconto-ai-concessionari-slot/#sthash.B91oR0Vt.dpuf
Viene
subito da dire: questo no! Questo non è possibile! Sto parlando del
decreto sull’Imu presentato ieri sera da Letta, Alfano e Saccomanni.
Vedremo nei prossimi giorni tutti i miracoli presenti nelle pieghe del
decreto e tutti gli imbrogli. Di certo, il primo miracolo è che il
decreto ha regato un po’ di vita al Governo, e non è detto, sia chiaro,
che sia un male. Anzi. Ma sull’altare della stabilità necessaria non si può sacrificare tutto, persino la decenza.
Mi riferisco al fatto che tra le voci a copertura dell’abolizione della
prima rata Imu ci siano 700 milioni (esattamente, dice il Tesoro, una
cifra tra “i 600 e gli 800 milioni di euro”) per una sanatoria prevista ai concessionari delle slot machine. Vediamo nel dettaglio.La vicenda della multa ai conessionari delle slot machine risale al maggio
2007, quando la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti fece
recapitare le richiste di risarcimento per danno erariale chidendo un
rimborso di 98 miliardi di euro. Un’indagine della Guardia di
Finanza aveva appurato il mancato collegamento di numerosissime slot
alla rete gestita da Sogei (società di Information and Communication
Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze che tiene traccia
delle giocate) in un periodo di tempo che andava dal settembre 2004 al
gennaio 2007.
Il procedimento dinanzi alla Corte dei Conti arrivò poi a sentenza (17 febbraio del
2012) con una condanna a dieci concessionari al pagamento di 2,5
miliardi, cioè l’80% dell’aggio per il “servizio” (sic) prestato dai
concessionari per il periodo 2004-2007. Una sentenza che può
sembrare scandalosa solo a chi non sa che nel frattempo tra
concessionari e Monopoli (ente dello Stato) si era sottoscritto un
accordo per il riconteggio della multa che riduceva la stessa dai 98
miliardi a 70milioni!
Naturalmente contro la sentenza della Corte dei Conti i concessionari
hanno proposto appello che sarà discusso presumibilmente entro il 2014.
Da qui l’ideona del Governo Letta che in base a una norma della
Finanziaria 2006, propone ai concessionari di chiudere il contenzioso
versando il 30% dell’importo della multa (circa 740 milioni). Insomma
far cassa subito rinunciando ad almeno il 70% del dovuto.
Tra i conessionari, che non è detto che aderiscano alla proposta, Bplus, la società di Francesco Corallo, indagato,
che invece degli 845 milioni previssti dalla condanna dovrebbe così
allo Stato una cifra intorno ai 200 milioni. Sanzioni ridotte anche per
gli altri operatori, tra cui Gogetch (da 255 milioni a 76 mln), Sisal slot (da 245 a 70), Snai (sconto di 50 mln), Lottomatica (sconto di 30), ect.
Resta da aggiungere che proprio ieri, Massimo Passamonti Presidente
Confindustria Sistema Gioco Italia, ha alzato la voce contro le ipotesi
di innalzare il Preu (Prelievo erariali unico) su New Slot e Video
lottery (aliquota attuale del 12,7%) e per le Vlt. aliquota attuale, e
scandalosa, del 5%.
Ecco, fare probabile cassa, sulla pelle degli italiani e
calpestando ogni idea di legittimitò (non legalità) delle norme di uno
Stato non si fa, non si può fare.
La legalità (la proposta del Governo Letta è legale perchè
usa una norma dello Stato e di una vecchia Finanziaria) quando non si
declina con la giustizia è solo l’accordo tra una banda di ladri più
forte e istituzionalizzata di altre.
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