Il patto tra i due mostri extraparlamentari tiene. La Camera
ha ripreso stamattina l'esame della legge elettorale dopo aver
sonosramente bocciato, ieri sera, le “quote rosa”. Il testo oggi è
atteso da altri emendamenti "bollenti", come quelli sulla reintroduzione
delle preferenze o sul “conflitto di interessi”. Bandiere storiche
dell'antiberlusconismo di facciata, che proprio il partito che chiedeva
per questo il “voto utile” si appresta a cancellare.
Il giovanotto di Firenze ciurla nel manico al punto da sembrare un vecchio aarampicatore sugli specchi. È assolutamente evidente che siano stati i suoi fedelissimi a dare la spallata decisiva per non far passare le “quote rosa” (qualsiasi cosa se ne pensi), ma “garantisce” che sarà possibile riaprire la questione in sede di discussione al Senato (il che, però, costringerebbe a una seconda discussione alla Camera, con il rischio certo di altre variazioni anche minime che porterebbero a un infinito ping-pong tra i due rami del Parlamento). Quindi è praticamente certo che la “blindatura” si ripeterà pari pari anche a Palazzo Madama. Ma lui lo nega. A questo punto negherebbe con sicurezza anche di chiamarsi Matteo.
Il giovanotto di Firenze ciurla nel manico al punto da sembrare un vecchio aarampicatore sugli specchi. È assolutamente evidente che siano stati i suoi fedelissimi a dare la spallata decisiva per non far passare le “quote rosa” (qualsiasi cosa se ne pensi), ma “garantisce” che sarà possibile riaprire la questione in sede di discussione al Senato (il che, però, costringerebbe a una seconda discussione alla Camera, con il rischio certo di altre variazioni anche minime che porterebbero a un infinito ping-pong tra i due rami del Parlamento). Quindi è praticamente certo che la “blindatura” si ripeterà pari pari anche a Palazzo Madama. Ma lui lo nega. A questo punto negherebbe con sicurezza anche di chiamarsi Matteo.
Sulla legge elettorale ha provato a dire che "non c'è da mantenere un
patto con Berlusconi, ma un impegno che come partito abbiamo preso
profondo, netto, chiaro". Un impegno, certo. Basta non dire verso chi e
tutto torna – teoricamente – a posto. Chiaro che il prezzo da pagare sia
alto: la spaccatura del Pd, ancora una volta. Ma l'omino che piace al
capitale multinazionale sa anche che i "dissidenti del Pd" - al
contrario di quelli della Cgil - non possono andare da nessuna parte. E
quindi tira dritto.
Ancora più evidente è l'incompatibilità dell'”Italicum” con la
Costituzione, stando alla recentissima sentenza della Consulta che ha
azzerato il “Porcellum” proprio perché privo della possibilità di
espriemere preferenze (“liste bloccate”) e generoso fino alla follia
nella concessione di un “premio di maggioranza” assolutamente
indeterminato.
Renzi è arrivato ad esprimere "marcato dissenso rispetto a chi
ritiene incostituzionale" la legge elettorale in via di discussione.
Anzi: spinge in suo intento golpista un po' più in là: "Sarebbe positivo
che si accelerasse la riforma del regolamento della Camera e si
limitasse il ricorso al voto segreto". Della serie: fatevi vedere, voi
che non mi obbedite, così poi vi sistemo...
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